Milleproroghe Pensionati mazziati ma anche beffati

povero

E’ indiscutibile come il Governo si prenda gioco dei pensionati, lo si vede anche per quanto riguarda la rivalutazione delle pensioni, il decreto Milleproroghe prevede pensionati non solo mazziati ma anche beffati, andando per ordine l’Inps, in un comunicato stampa, informa: ‘l recupero del differenziale negativo pari allo 0,1%, relativamente ai ratei corrisposti nel 2015 viene effettuato in massimo quattro rate, dalla mensilità di aprile 2017, con il limite minimo  di un euro per ciascuna rata. Gli importi inferiori a un euro vengono recuperati in unica soluzione. Il recupero  era stato bloccato nel 2016 e rinviato al 2017’ e ciò dovrebbe avvenire da aprile 2017.

A questo comunicato stampa segue la nota  di Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, dove si afferma che : ‘informa di aver predisposto un emendamento al Decreto Milleproroghe con il quale si prevede di prorogare al 2017 la norma che ha consentito di non procedere al recupero nel corso del 2016′, quindi il recupero della rivalutazione slitta nel 2018 dove si avranno ancora decurtazioni di pensioni in base al differenziale negativo del 2017.

Inoltre l’Inps, in una circolare, ha dichiarato che le pensioni minime pari a € 501, 89 non subiranno aumenti di nessun genere, spiegandone i motivi: ‘I valori provvisori dell’anno 2017 sono identici a quelli definitivi dell’anno 2016. Le pensioni, gli assegni vitalizi, gli assegni e le pensioni sociali sono stati quindi posti in pagamento nello stesso importo di dicembre 2016‘; la cui conseguenza sarà che per l’anno 2015 saranno decurtate di poco ma decurtate le pensioni anche se di solo 1 euro, nel 2017 non ci saranno rivalutazione di nessun genere  e nel 2018 a quanto pare altre decurtazioni sulle pensioni, se pur minime ma ci saranno e questo nonostante pensioni da fame come chi percepisce € 501,89 mensili, pensioni che non permettono certamente di sopravvivere con affitto,bollette servizi e vitto manco per un single

Pensioni Oggi ricorda in un articolo: ‘Stop al contributo di solidarietà sugli assegni d’oro
Tra le novità di quest’anno l’Inps ricorda che viene meno il contributo di solidarietà imposto dall’articolo 1, commi 486 e 487, della legge 27 dicembre 2013 n.147 sugli assegni d’oro. Il contributo è stato applicato dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2016, sui trattamenti pensionistici corrisposti esclusivamente da enti gestori di forme di previdenza obbligatorie per i trattamenti complessivamente superiori a quattordici volte il trattamento minimo tempo per tempo vigente. Ai fini del prelievo del contributo viene preso a riferimento il trattamento pensionistico complessivo lordo per l’anno considerato. Da segnalare anche l’equiparazione del trattamento fiscale sulle pensioni. Per effetto della legge di stabilità per il 2017 è stata estesa la no tax area sulle pensioni sino a 8mila euro anche sui pensionati con un’età inferiore a 75 anni. La misura porterà un beneficio di una manciata di euro in più sull’importo netto della pensione soprattutto per i pensionati con redditi lordi derivanti da pensione sino a 15mila euro annui.’

Quindi le pensioni d’oro hanno un aumento considerando che viene meno il contributo di solidarietà mentre le pensioni minime rimangono al palo, questo è l’Italia della giustizia ed equità! 

Fonte: pensioniOggi

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